MemoriaFuturo

Al di là del contenimento: la Prima Guerra Mondiale e le teorie psicoanalitiche di Wilfred Bion

Abstract

L’articolo considera gli scritti di Bion relativi alla Prima Guerra Mondiale, dal suo ritorno nel 1919 come soldato, ai suoi Settanta, come psicoanalista. Ci si domanda come e perché le memorie della guerra siano mutate nel tempo e si esplorano le connessioni fra le sue esperienze come comandante di carriarmati in guerra e il suo lavoro clinico di quarant’anni dopo. Il pensiero psicoanalitico di Bion condivide parecchio con i suoi contemporanei inglesi, come Winnicott e Bowlby nel porre al centro le relazioni familiari precoci e la relazione materna, ma questo reca anche tracce della sua guerra. Al fronte ovest durante gli anni 1917-18 Bion era stato esposto al medesimo genere di stati psicotici che successivamente avrebbe osservato nei suoi pazienti. Al contempo concetti come il contenimento, gli oggetti bizarri e la rêverie offrirono un idioma psicoanalitico per ricordare la guerra nella vita successiva. La psicoanalisi comunque non era stata l’unica influenza per Bion. Anche una vita familiare stabile dagli anni Cinquanta aveva contribuito a ricreare una memoria evolutiva della guerra nella sua mente. Le scoperte professionali dopo la Seconda Guerra Mondiale furono strettamente connesse con le esperienze emotive della Prima Guerra Mondiale, come veterano e come marito.

Scarica l’intero articolo in pdf