GruppoAdozioni

Incontrarsi altrove. Il gruppo nell’adozione

Abstract

In questo articolo, dopo brevi considerazioni sulle caratteristiche del percorso formativo “verso ed oltre l’adozione” e dopo una testimonianza personale che vuole dare voce ai bambini incontrati in alcuni istituti ucraini, vengono commentate le conseguenze del trauma dell’abbandono. Viene in seguito presa in esame la modalità gruppale che può essere fruttuosamente utilizzata nell’ambito della formazione all’adozione, in tutte le sue fasi e con i vari attori dell’iter adottivo.
In particolare, viene approfondito il gruppo applicato al post adozione, nel suo valore di ambiente facilitante e di luogo “altrove”. Questo “altrove” è un luogo lontano in cui si trovano le parti sofferenti del bambino, nascoste nella profondità dell’inconscio, un luogo psichico apparentemente sicuro, ma dove impera la confusione e la frammentazione, dove non ci sono né parole, né rappresentazioni, dove non c’è confine né tenerezza, dove l’essere avvolti si è trasformato nell’essere stati travolti. È in questo luogo, in questo “altrove”, che noi adulti “sufficientemente buoni” siamo chiamati a esserci, per trovarci esattamente là dove il bambino ha vissuto una sofferenza troppo grande rispetto alla quale è rimasto solo troppo a lungo. È in quel luogo che l’adulto, attraverso l’esperienza del gruppo, può esercitare la sua funzione di contenimento e di vicinanza empatica, per rivivere con lui un’esperienza relazionale in modo finalmente positivo, capace di restituire continuità alla discontinuità del suo esistere.

Download dell’articolo in PDF
06_IvanaDeBono