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EscherIstituzioni

Perchè “¿ Authority ?” Osservazioni sul continuum autorità/potere

Abstract

Il titolo del lavoro fa riferimento a quello scelto dalla FEP per il congresso che avrà luogo a Berlino del marzo del 2016 (¿Authority?) e richiama i temi che erano stati scelti da Serge Frisch, Laurence Kahn e Leopoldo Bleger per un seminario da loro organizzato, sempre a Berlino, nel settembre del 2014 (Psychoanalysis in 2025). Le domande che sottendono queste iniziative sono numerose. Visti gli scopi di questo testo, mi limiterò a indicare il quesito che a me pare più interessante: cosa può offrire la psicoanalisi alla comprensione di un tema di grande rilevanza sociale come quello dell’autorità?
Il lavoro che segue prende le mosse da una serie di due ipotesi.
La prima suppone che autorità e potere non siano manifestazioni sostanzialmente dissimili, ma che costituiscano i poli di un continuum indissolubile. È difficile imbattersi in un’autorità del tutto sprovvista di potere, così come è raro che il

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CarnevaleQuaresima

Esercitare la leadership dal basso? Decisioni, responsabilità e creatività come dinamica di gruppo

Abstract

L’istituzione tende ad organizzare la persona attraverso modalità standardizzate e l’individualità diventa sacrificabile di fronte alle richieste organizzative dell’istituzione. Probabilmente i pazienti psichiatrici che necessitano di ospedalizzazione sono maggiormente sensibili a queste influenze coercitive.

Un tipo di autorità è “top-down” quando un gruppo abbastanza piccolo o un unico leader ai vertici della gerarchia dell’organizzazione prende decisioni e quelli più in basso devono eseguire. Per circa 50 anni si sono verificati nelle società occidentali tentativi di invertire questa struttura con quella che viene chiamata autorità “bottom-up”. La comunità terapeutica è stata uno di questi esperimenti, essendo destinata a un approccio diverso. Invece della totale abolizione di tutte le istituzioni psichiatriche, sembrava valere la pena sperimentare strutture e culture diverse.

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CarnevaleQuaresima

Le strutture portanti della comunità terapeutica: la dialettica tra individuo e gruppo, tra organizzazione clinica e vita quotidiana

Abstract

Il contributo esprime una visione generale, scaturita soprattutto dalla conoscenza delle comunità del network di “Mito&Realtà” e delinea le strutture portanti dell’architettura comunitaria, mettendo in risalto l’impianto di base e le articolazioni interne che fanno funzionare l’insieme per realizzare quelle finalità cliniche, riabilitative e sociali che costituiscono la sua mission. La CT è presentata come organismo complesso e percorso di cura definito nello spazio e nel tempo, che si sviluppa in un momento iniziale di accoglienza (come periodo di prova, processo di valutazione e contratto terapeutico riabilitativo), in interventi individuali, gruppali (assemblea, riunioni, varie tipologie di gruppi) e interventi con i familiari: una fase di inserimento, attaccamento e avvio al distacco con l’inserimento nella rete sociale.

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CarnevaleQuaresima

La formazione degli operatori

Abstract

L’homo sapiens sapiens ha ereditato un enorme potenziale genetico, selezionato nel corso di moltissimi anni, che si è rivelato indispensabile per la sua sopravvivenza, ma che talvolta manifesta alcuni aspetti vestigiali, inutili o anche fastidiosamente ingombranti, determinando una sorta di dissonanza, un mismatch evoluzionistico. L’aggressività è uno di questi aspetti potenzialmente problematici eppure se ben indirizzata può diventare una risorsa e non sfociare necessariamente in violenza e distruttività, divenendo piuttosto una modalità di adattamento efficace in contesti di civiltà. L’uomo si è evoluto anche per poter portare il conflitto a livello simbolico, esprimendolo ed agendolo attraverso la competizione, ponendo così un argine alla violenza.

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