Articoli

GiocoLegame

La dimensione corporea nei gruppi di bambini

Abstract

Il lavoro si basa sui risultati di una ricerca clinica su gruppi aperti nell’arco di un quindicennio ai quali hanno partecipato bambini di differenti fasce di età. Nel gruppo con i bambini il linguaggio prevalente è quello primitivo del corpo, il cui alfabeto, rappresentato dalla sensorialità e dalla motricità, sollecita direttamente le emozioni: con i bambini è necessario ripartire da questo linguaggio arcaico delle azioni poiché il pensiero risulta invece assorbito dalle esplosioni motorie. La funzione alfa trasforma gli elementi beta in quelli che Bion chiama elementi alfa, vale a dire in quegli elementi psichici che hanno caratteristiche tali da poter essere utilizzati come pensieri. Il conduttore accoglie gli elementi beta, depurandoli degli aspetti angoscianti, e li restituisce ai bambini, fornendo loro in tal modo anche le basi della capacità di pensare. Il percorso trasformativo per i bambini si fonda anzitutto su questo passaggio dall’agire motorio alla capacità di descrivere ciò che si sente.  Si tratta quindi di prendere atto su come il narrativo nei gruppi di bambini si generi attraverso forme di contatto corporeo che spesso arrivano ai confini dell’agito. Di conseguenza la funzione del conduttore si deve fondare prevalentemente sulla capacità di trasformare il cinetico in scene. Continua a leggere

PicassoSaltimbanchi

Il sogno, il gruppo e il pensiero. Riflessioni a proposito di un sogno di D. Anzieu

Abstract

I rapporti tra il pensiero, il soggetto, il gruppo e il sogno. Partendo da una lettura di un sogno di D. Anzieu dato nel contesto di un colloquio e pubblicato, l’ auto Continua a leggere

Bion

Preconcetto

Abstract
L’autore considera il preconcetto come un metodo di sopravvivenza e protezione della mente nella impossibilità di sviluppare la tolleranza e il contatto con le proprie esperienze emozionali. Senza il contatto intimo con queste ultime l’individuo non riesce a dare senso ai suoi vissuti e deve ricorrere o valersi di sistemi rigidi di credenza e di funzionamento che mirano a sostituire Continua a leggere

ChagalFiaba

Nascondere e Trovare: Lo spazio potenziale di Winnicott e “La Casa di Raspberry Juice”

Abstract
L’articolo approfondisce alcune dinamiche  analitiche  e spunti di riflessione emersi da un racconto ebreo per bambini, intitolato “Raspberry Juice”. La fiaba tratta del problema del chiudersi e dell’aprirsi, con il bisogno di essere scoperti opposto alla paura di essere trovati, o in effetti con la tensione esistenziale descritta da Winnicott nelle innumerevole variazioni tra il bisogno di essere compresi e ricono Continua a leggere

ChagalFiaba

Ritorno a “Cenerentola”, fiabe nel dialogo della biblioterapia

Abstract

Le fiabe, come gli altri testi letterari, sia scritte che orali, funzionano nel dialogo biblioterapeutico come la “terza voce”, attraverso la quale si instaura il trattamento terapeutico. In questo scritto ho cercato di esaminare il caso della fiaba di Cenerentola nel ruolo di “terza voce” in un trattamento improntato alla biblioterapia. Abbiamo visto che le risposte al test da parte di differenti lettrici, da una parte evocavano i potenziali motivi della trama di Cenerentola, dall’altra gettavano una luce su ogni lettrice in quanto p Continua a leggere

ChagalFiaba

La fiaba come strumento di cura: un’esperienza con disabili visivi pluriminorati

Abstract

Presentiamo un’esperienza clinica realizzata attraverso  un laboratorio fiaba con un gruppo di bambini ciechi pluriminorati.  Il lavoro tende a evidenziare come  l’enorme potenziale comunicativo insito nella fiaba sia utile non soltanto al gruppo dei bambini  che fruiscono dell’inte Continua a leggere

ChagalFiaba

Sull’utilità della fiaba in pedagogia

Abstract

Questo articolo tratta della possibilità di utilizzare la fiaba nell’apprendimento della lettura per quei bambini che iniziano la scuola elementare e si trovano svantaggiati rispetto ai coetanei. L’autore ha incoraggiato la nascita di Laboratori della fiaba per aiutare questi bambini Continua a leggere

ChagalFiaba

La fiaba come strumento di osservazione: lo psicologo entra in classe

Abstract

Portare una fiaba in classe, all’interno di un setting discusso con chiarezza con l’insegnante che prevede la lettura del testo, il tempo definito della conversazione con i bambini (anche la proposta successiva a ogni intervento di disegnare quanto li ha più colpiti), il tempo definito di discussione con l’insegnante presente durante il lavoro, per partecipare di quanto accaduto, permette di fare un’osse Continua a leggere

ChagalFiaba

Arcaici canti per custodire e trasmettere il mistero della nascita, dell’amore, del tempo.

Abstract

La tradizione orale tramanda dai tempi più remoti materiali linguistico-comunicativi di cui l’adulto si avvale per la relazione di accudimento in “nursery”: questi materiali pluri-semantici (costituiti da suoni, ritmi, gesti, parole..) risultano strutturati in sequenze che accompagnano la nascita e l’evolversi della mente del bambino dalla relazione simbiotica alla percezione della dualità ed infine dell’ambiente sociale. Continua a leggere