Articoli

CarnevaleQuaresima

Il lavoro terapeutico in comunità. La messa a fuoco di un corpo estraneo. Effetti sul paziente, sugli ospiti e sui curanti

 Abstract

Le comunità terapeutiche vengono utilizzate, al momento attuale e ormai da vari decenni, per una vasta gamma di disturbi, che vanno dall’abuso di sostanze, ai disturbi gravi di personalità, alle psicosi in sub acuzie o cronicizzate. Spesso i disturbi sono intrecciati tra loro, in modo da costituire quadri sintomatici complessi, di difficile diagnosi.

È possibile rintracciare due prospettive che convergono nel dispositivo della comunità terapeutica e che ci permettono di definire due fattori cruciali del trattamento. La prima, che potremmo definire individuale, valorizza la funzione protettiva e facilitante del contesto, che viene visto, tendenzialmente, come un elemento terzo, tra paziente e curante, e quindi tale da permettere un rapporto a due, che resterebbe altrimenti reso difficile dalla intensità della dimensione transferale. In un’altra prospettiva, si sottolineano invece i fattori collettivi e gruppali, insistendo sul valore terapeutico complessivo del contesto comunitario, inteso come dispositivo, non solo umano, ma culturale, capace di offrire un accoglimento affettivo, ma per così dire, strutturato e ordinato. In questa seconda prospettiva, si potrebbe dire, in modo molto semplificato, che “è il gruppo che cura”, mentre nella prospettiva individuale, si potrebbe dire che “il terapeuta cura, coll’aiuto del gruppo”.

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TraumaGruppo

Presentazione

La presentazione della Professoressa Stefania Marinelli introduce in modo essenziale il contenuto dell’edizione perciò vorrei aggiungere solo qualche pensiero a partire dalla mia esperienza personale legata alla Conferenza dell’Istituto di Analisi di Gruppo Rasztów di Varsavia e all’idea di fare questa pubblicazione per la rivista Funzione Gamma.
Prima di tutto vorrei ringraziare Professoressa Stefania Marinelli per aver accettato il nostro invito alla Conferenza di Varsavia, e per l’invito a partecipare a questa particolare e interessante edizione. La ringrazio da parte mia ma anche da parte degli altri partecipanti della Conferenza: Katarzyna Prot-Klinger, Maciej Zbyszewski e Tomasz Kudelski.

L’Italia è stata per anni per me ed è ancora un grande amore. Vedo in questo paese la bellezza, e amo la sua storia, l’arte, la diversità delle persone, la loro ospitalità e cordialità uniche.

Un vissuto personale

Negli ani 1995-1998 ho studiato la musicoterapia presso l”Istituto di Formazione di Musicoterapia (ISFOM) di Continua a leggere

TraumaGruppo

Presentazione del numero

In occasione della Conferenza organizzata nella primavera dello scorso anno 2017 dall’ “Istituto di Analisi di Gruppo Rasztòw” di Varsavia: Il desiderio di omogeneità e il conflitto(Pragnienie jednorodnosci a konflikt) presso la Biblioteca dell’Università, furono presentati e discussi alcuni nuclei tematici particolarmente vibranti e di notevole interesse per il lavoro dei gruppi, a partire dalla relazione di Maciej Zbyszewskisulla conduzione di gruppi omogenei con veterani di guerra, nella quale emergevano condizioni legate alla straordinarietà dei vissuti bellici e la difficoltà di trasformare i conflitti. I bisogni dei soggetti, puntualmente individuati, erano collegati a dimensioni cronicizzate di estraniazione dal contatto con la società civile e alla permanenza del ricordo traumatico; all’isolamento e alla perdita di discernimento dei valori comuni, connessa alla specializzazione settoriale delle relazioni belliche difficili da abbandonare.

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TraumaGruppo

Insieme o separati? I gruppi omogenei o eterogenei nel contesto del controtransfert – Commento alla relazione “Dialettica del trauma di guerra” di Maciej Zbyszewski

Abstract

L’autrice descrive i fattori utili, specie nelle fasi iniziali di un gruppo omogeneo con veterani di guerra e vittime di Olocausto e sopravvissuti, come la condivisione della storia traumatica, che restituisce l’uscita dall’isolamento e il riconoscimento di sé e degli elementi prima tenuti segreti. Mette altresì in evidenza alcuni fattori di divisione, come la

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TraumaGruppo

Violenza sociale e migrazione: l’emergenza delle tracce traumatiche in un gruppo Photolangage®

Abstract

In un contesto di violenza sociale e di grande precarietà, i flussi migratori contemporanei rimettono in questione i nostri dispositivi di cura e in particolare il setting individuale. La questione riguardante i potenziali traumi legati a una migrazione forzata ci confronta, inoltre, alla complessità del quadro clinico in contesto transculturale. Attraverso un dispositivo originale che prevede l’uso della mediazione delle immagini in un gruppo di richiedenti asilo, cercheremo di mostrare come il ricorso alla terapia di gruppo, da un lato, e alla mediazione fotografica, dall’altro, possa rivelarsi un apporto fondamentale per rilanciare i processi associativi e di rappresentazione degli affetti e fare emergere le tracce traumatiche sottostanti.

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PolifoniaCorpo

“Il Sostegno oltre la distanza”: la nascita di un gruppo di lavoro e la sua funzione contenitrice. Nuovi setting nell’intervento psicologico in contesti di cura del Covid

Abstract

L’articolo presenta l’esperienza professionale ed emotiva del gruppo di lavoro di psicologhe impegnato nelle cure domiciliari e nella gestione dell’emergenza Covid 19.

L’impatto emotivo di eventi traumatici per il singolo e per la collettività necessita della strutturazione di un contenimento stratificato in più livelli. Continua a leggere

PsichiatriaGruppo

Aree di confine: l’esperienza di un gruppo di donne migranti. Dall’invisibilità alla nascita di uno spazio onirico

Abstract

Questo lavoro racconta l’esperienza di un gruppo terapeutico presso il Poliambulatorio di Opera San Francesco per i Poveri. Tale dispositivo è composto da donne migranti di diversa provenienza ed età e con differenti quadri clinici, accomunate da uno o più eventi traumatici. Negli anni, il gruppo ha sviluppato la possibilità di pensare e successivamente di sognare. Continua a leggere

MemoriaFuturo

Lo scritto di Bion sull’arroganza. Leggendo la sua crisi personale

Abstract

Il saggio di Bion “Sull’arroganza” scritto nel 1957, fu prodotto ad un bivio della sua vita. Evidenze tratte da vari suoi scritti sono utilizzate in questo articolo per dimostrare un mutamento avvenuto in Bion a quel tempo, nel suo atteggiamento verso se stesso e verso gli altri. Lo scritto di Bion potrebbe cioè essere letto come una espressione ricca di insight di elementi soggiacenti al suo proprio disprezzo e arroganza. Continua a leggere

Festim

Il dispositivo del gruppo senza capo, per intervenire nell’emergenza post-terremoto

Abstract

Questo contributo testimonia il lavoro di intervento breve che a due settimane dall’evento sismico che il 20 maggio del 2012 ha colpito l’Emilia Romagna, è stato realizzato in un campo di sfollati, allestito e gestito da un’Associazione di Volontari di Protezione Civile.
Il testo è interrogato dalle due questioni che hanno fondato l’esperienza di cui discute.
1) Quale trattamento dell’emergenza è possibile laddove la catastrofe naturale ha dettato l’avvento di un prima e dopo che incide irreversibilmente la familiarità con la quotidianità abitudinaria? Continua a leggere

Donne

La Vita entro la Morte. Verso una metapsicologia del trauma psichico catastrofico

Abstract

In questo articolo l’autrice propone una lettura fenomenologica e metapsicologica delle conseguenze indotte nella mente da un trauma catastrofico. Questo viene definito come la reazione della psiche ad un trauma legato ad un evento proveniente dall’esterno ed al quale la persona non è in grado di opporre alcuna resistenza in quanto è priva di ogni difesa possibile. L’autrice sostiene che l’esperienza della “afflizione infinita” produce nell’essere una frattura talmente profonda che è tale da dar luogo ad una precipitosa regressione fino ai livelli più arcaici del funzionamento psichico. Quando tale destrutturazione non è contrastabile, essa giunge fino alla disarticolazione delle attività di base della coscienza quali l’esperienza sensopercettiva ed affettiva. Ne consegue inizialmente la morte psichica e successivamente quella psicogena. Continua a leggere

Donne

Donne Vittime di Tratta: rassegna teorica sul fenomeno e studio esplorativo su modelli di attaccamento e funzionamento emotivo-relazionale

Abstract

All’interno della cornice teorico-clinica della Teoria dell’Attaccamento, il presente contributo di ricerca pilota ha l’obiettivo valutare se e in che modo esperienze potenzialmente traumatiche subite da donne vittime di tratta possono comprometterne il funzionamento emotivo-relazionale e considerare il ruolo di mediazione dei modelli di attaccamento valutati attraverso l’uso della Adult Attachment Interview (AAI). Continua a leggere

MatisseIcaro

Nota editoriale del numero 23

La preparazione di questa edizione proposta da Paola Carbone sul tema del trauma e dell’incidente nell’epoca adolescenziale è stata incubata per un lungo periodo di tempo, fino a quando si è creata una rete di scambi e ha contribuito a produrre una scena editoriale dapprima di sorpresa (chi si occupa di un tema così specifico e così drammatico?); poi di ricerca (clinici, teorici, allievi si sono scambiati notizie e domande); infine di contatto e di comunicazione creativa (i ricercatori nel campo erano numerosi; le competenze, il coraggio e le risorse per narrare anche, e gli scambi sono diventati folti e affettivizzati).

Paradossalmente, dato il tema tanto angosciante, la cura dell’edizione ha avuto nel gruppo degli category, curatori e collaboratori un valore rigenerante, ha seminato conoscenze, legami e speranze riparatrici e soprattutto la sensazione di vedere riconosciuta e individuata in mo Continua a leggere

MatisseIcaro

Presentazione del numero su Riflessioni sul gruppo degli adolescenti…

I 3 termini attorno a cui si organizza questo numero: adolescenza, gruppo e incidenti sono tre termini intimamente connessi .

L’irrompere dell’adolescenza nella quiete della latenza evoca metafore traumatogene; le trasformazioni della pubertà che bruscamente invadono l’esperienza di sé vengono spesso percepite come un incidente (‘mi è venuta l’adolescenza’ dice una ragazzina toccandosi il torace con l’aria sp Continua a leggere

MatisseIcaro

Trauma senza risposta e prelogia dell’incidente in adolescenza

Abstract

La prelogia dell’incidente in adolescenza rivela lo stato di sopraffazione della mente di un soggetto alle prese con il tempo della sua seconda nascita e col ritorno di quell’angoscia automatica e primitiva con cui è costretto a confrontarsi nel mentre il corpo nella sua metamorfosi, si impone alla mente sotto l’ineluttabile spinta biologica. Tale angoscia è ciò che l’adolescente nell’inevitabilità e al Continua a leggere

MatisseIcaro

Corpo tatuato e corpo infortunato: vicissitudini del controllo onnipotente sul corpo in adolescenza

Abstract

Il tatuaggio e l’incidente vengono visti nel lavoro come due polarità tra cui oscilla il tentativo di controllo onnipotente che ogni adolescente ritiene di poter esercitare sul proprio corpo. Viene evidenziato che quando quel che viene messo in primo piano è il corpo tatuato, a venir espresso è
una forma di controllo del proprio corpo, spinta fino alla colonizzazione della propria pelle. Quando a venir in primo piano è il corpo incidentato viene Continua a leggere

RembrandtPsicodramma

Il lavoro dell’intersoggettività nell’eleaborazione dell’esperienza traumatica attraverso lo psicodramma

Abstract

In questo articolo è descritto come l’elaborazione di un’esperienza traumatica massiva possa trovare sostegno e risorse nel processo psicoanalitico dello psicodramma di gruppo.
Le caratteristiche della situazione psicoanal Continua a leggere