ComeSpecchio

Mostri, spiriti, soldati ed il potere dell’immaginazione. Una lettura psicoanalitica su “Lo spirito dell’alverare (El espíritu de la colmena) di Victor Erice

Abstract

Il mio articolo su Lo spirito dell’alveare (1973) di Victor Erice considera le fantasie ambivalenti di due bambine spagnole, eccitate dalla proiezione nel municipio del loro villaggio del film Frankenstein. Propongo un’interpretazione di tali fantasie nel contesto dello sviluppo psicologico di que Continua a leggere

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Introduzione al numero Psicoanalisi e Cinema: “Come in uno specchio”

Cinema e Psicoanalisi, nate entrambe alla fine del XIX secolo, occupano un posto centrale nella cultura contemporanea. Non sorprende che sia gli studiosi di cinematografia che gli psicoanalisti debbano impegnarsi in quello che sempre più diventa uno stimolante dialogo interdisciplinare. In anni più recenti questo confronto ha trovato il suo spazio abituale nei congressi psicoanalitici, nonché in molte pubblicazioni dedicate. Enumererò in questa sede le principali prospettive intraprese in questi studi.

Alcuni category hanno identificato importanti analogie nella struttura filmica e in quella analitica, nella funzione e nei modi di espressione (basti pensare al concetto di proiezione); secondo Gabbard (Gabbard 1997)[1] “in larga misura, i film parlano il linguaggio dell’inconscio”. Molta riflessione è stata rivolta a quello spazio creativamente ambiguo, che caratterizza sia il cinema che la psicoanalisi, situato tra reale e immaginario, documentario e finzione narrativa, storia e esperienze soggettive. Più specificamente, l’interesse di molteplici category si è concentrato sul mondo onirico (Hollywood da sempre è descritta come la fabbrica dei sogni), poiché se l’interpretazione dei sogni rappresenta la via maestra di accesso all’inconscio, forse anche l’esplorazione dei film ci può condurre nella medesima direzione. Film e sogni condividono una equivalenza morfologica, in quanto entrambi possono essere considerati come mezzi per esprimere i nostri desideri latenti inconsci attraverso i loro contenuti manifesti, ed entrambi usano, allo scopo di aggirare la censura, simili meccanismi, quali condensazione, espressione simbolica e distorsioni di tempo e spazio. Concetti analitici, come quello di “schermo dei sogni”, sono rilevanti a questo riguardo. Altri category, influenzati dalle teorie di Lacan sulla distinzione tra ordine reale, immaginario e simbolico, sulla fase dello specchio durante lo sviluppo e sulle dinamiche del desiderio, si sono invece focalizzati sulle strutture sottostanti la produzione di significato nei film. Una critica a questa prospettiva è quella che tende a descrivere il desiderio negli spettatori in termini negativi, come se originasse in assenza degli “oggetti significanti” sullo schermo. Continua a leggere