50 Anni del gruppo come strumento in Psichiatria, Psicoterapia e Psicoanalisi

Intervista a Bob Hinshelwood sul tema: periodo storico 1970-2020, 50 Anni del gruppo come strumento in Psichiatria, Psicoterapia e Psicoanalisi Continua a leggere

Storia e problematica del “setting” nella psicoanalisi di gruppo francese

Intervista a Denis Mellier

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Gruppo Balint: tradizione e trasformazioni del gruppo di lavoro

Dialoghiamo qui con Mario Perini socio fondatore del Nodo Group sul tema “gruppi” all’interno delle organizzazioni Continua a leggere

Sui primi 50 anni a Milano della terapia nei gruppi analiticamente orientati

Dialogo fra Silvia Corbella e Alberto Lampignano

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Il gruppo omogeneo nella cura dei disturbi del comportamento alimentare

Intervista con Flaminia Cordeschi
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MusicaGruppo

Intervista con André Fertier

musicista, compositore, musicoterapeuta, esperto in accessibilità culturale, artistica, e politica culturale inclusiva. Ricercatore in musicoterapia con persone autistiche, cerebrolese, persone in coma, e malati di Alzheimer, Compositore di musiche di scena, di World Musc e autore-compositore interprete di canzoni pop/rock; creatore di spazi sonori funzionali.

A cura di Edith Lecourt

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MusicaGruppo

Kairos, Creatività psichica Creatività musicale

Intervista a Paola Carbone
A cura di Stefania Marinelli

Introduzione al dialogo

Trovandomi a curare, imprevistamente, una edizione di Funzione Gamma inerente alla musica e alla musica messa in correlazione con il punto di vista psicoanalitico, mi sono trovata non essendo esperta del campo a fare ricorso a diverse memorie e ad alcune predilezioni, come quella per le opere di Mozart.

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PolifoniaCorpo

Intervista a Maurizio Koch

a cura di Adelina Detcheva

Domanda: Allora, io sarei molto curiosa di avere alcune informazioni rispetto alla sua scelta di campo e del mestiere di medico e di gastroenterologo in particolare.

K: Dunque, la storia comincia così: ero affascinato dal nostro medico di famiglia che abitava a via del Governo Vecchio 67. Noi eravamo allora a via Zanardelli. Eravamo una famiglia con 9 figli, quindi questo amico dei miei genitori veniva regolarmente a trovarci. Oppure andavamo nel suo studio: lì c’era questo famoso lettino pediatrico, con il  parquet sottostante corroso dalla pipì dei bambini che visitava e durante la visita i bimbi ogni volta facevano la Continua a leggere

PolifoniaCorpo

Intervista a Marco Fierro

a cura di Adelina Detcheva

Domanda: La prima domanda riguarda l’osteopatia vista un po’ più da vicino. Di cosa si tratta?

Risposta: L’osteopatia è una tecnica prevalentemente manuale che cerca di ritrovare un equilibrio nella persona. Un equilibrio sia da un punto di vista meccanico ma anche fisiologico. Detto questo, va ad agire sia sui tessuti più ossei, articolari, muscolari ma anche su tessuti quali fasce, organi viscerali, oppure ancora in modo più profondo a livello della testa, del cranio e dell’osso sacro. Quindi ci sono delle tecniche che riguardano il sistema muscolo-scheletrico, delle tecniche che riguardano il sistema viscerale e delle tecniche che riguardano quello che noi chiamiamo il sistema Continua a leggere

PolifoniaCorpo

Il vertice spazio nel lavoro psicoanalitico, di Stefania Marinelli

Intervista con l’autrice del libro
a cura di Maurizio Salis

Domanda. Il nostro modo abituale di costruire e vivere i legami umani è stato travolto. Che conseguenze possiamo attenderci dalla situazione attuale sul piano della salute mentale e sul piano sociale?

Risposta. Intanto grazie di rivolgermi queste domande, che sembrano raccogliere sensazioni ricordi pensieri e sogni che si presentano per noi in questo periodo inaspettatamente e che fluiscono all’interno di noi forse una volta tanto con meno regole e controllo. Distinguerei due piani almeno, uno più immediato e uno soggiacente e inconscio. Credo Continua a leggere

La psicoanalisi può essere considerata una scienza? Intervista con Robert D. Hinshelwood – II parte

Domanda. Dr. Hinshelwood prima di tutto, a distanza di diverse settimane dalla Conferenza tenutasi a Roma il 3 e 4 Ottobre 2014, come trova che sia stata la risposta al tema del suo libro “Ricerca nel Setting”? E che cosa pensa della lettura che ne hanno dato gli psicoanalisti Italiani intervenuti alla presentazione?

R.D. Hinshelwood. Questa è una domanda non semplice, perché è parecchio difficile riflettere sulle presentazioni nel corso di una conferenza e soprattutto quando è il mio lavoro al centro dell’interesse. Provo sentimenti differenti, di soddisfazione e al contempo disagio che insieme interferiscono con la mia capacità di rispondere pienamente a quanto è stato detto in quella occasione tenendo conto del tempo trascorso fino ad ora, e a dire la verità ne ho un ricordo parziale. Dunque, prima di tutto penso che non possa dare una risposta dettagliata e fare un’analisi di quanto è stato detto: ho solo delle impressioni generali, e queste non possono essere del tutto affidabili.
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La psicoanalisi può essere considerata una scienza? Intervista con Robert D. Hinshelwood – I parte

Domanda. Dr. Hinshelwood, con il suo arrivo a Roma il prossimo 3 e 4 Ottobre 2014, si aprirà un dibattito attorno ad una questione che a tutt’oggi, è sempre più di rilievo per il campo psicoanalitico: la psicoanalisi può essere considerata una scienza? Nel suo libro, Ricerca nel setting. Studi sul singolo caso: soggettività e conoscenza psicoanalitica(Franco Angeli, 2014), Lei punta a quel tentativo Freudiano che dura da più di un secolo, ed incontra la propria chiave risolutiva nella pratica clinica.

Qual è la ragione che l’ha spinta a sviluppare un discorso sugli aspetti tipici della ricerca in psicoanalisi? 

R.D. Hinshelwood.  Bene, forse da sempre mi sono interessato alle menti umane e a quello che possiamo sapere di ciascuno ed in generale alla mente, ma nel corso della mia formazione clinica a partire dal 1970 in poi, è stata la pratica psicoanalitica a dominare il mio interesse. Ho lavorato anche nel Servizio Pubblico, nella Psichiatria, e mi sono occupato di come le prospettive della psicoanalisi avrebbero potuto contribuire a migliorare la vita dei pazienti psichiatrici più gravi.
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Il presente e il futuro dell’intervento di Psicoanalisi Multifamiliare in Italia. Intervista con Andrea Narracci

Domanda. Dott. Narracci, Lei è fautore da molti anni, dell’applicazione ed affermazione dei Gruppi di Psicoanalisi Multifamiliare di J. G. Badaracco, nel contesto di diversi Servizi Psichiatrici Italiani. In alcuni di essi, il GPMF risulta essere una pratica consolidata, per altri invece rappresenta una modalità di intervento del tutto nuova. Cosa ne ostacola ancora una diffusione più vasta?

Andrea Narracci. García Badaracco diceva una cosa molto precisa in merito, diceva che in Italia c’era un terreno favorevole alla nascita e alla diffusione di questa esperienza. Lui era molto appassionato al lavoro di Basaglia riguardante la chiusura dei manicomi, e intendeva dire che qui c’erano le condizioni, forse di più che in altri paesi, di poter iniziare ad affrontare la problematica della gestione della malattia mentale grave; questo si sarebbe potuto fare in Italia utilizzando i gruppi di Psicoanalisi Multifamiliare più che in altri paesi. Io credo che in Italia ci sia un livello Continua a leggere

Vecchie famiglie per donne nuove. Intervista con Manuela Fraire

Domanda. Dr.ssa Fraire, la ringrazio di aver accolto la possibilità di questa intervista in occasione della pubblicazione del n°29 su esperienze di gruppi al femminile.
A più di quarant’anni dall’avvento dell’autonomia del movimento femminista, la politica e l’ordinamento capitalistico della società interrogano le conquiste e al contempo, i limiti di un’azione storica dalla portata rivoluzionaria di cui le donne si sono rese protagoniste, operando una critica radicale della famiglia, e sancendo la differenza tra emancipazione e liberazione femminile.
Cosa è cambiato dal tempo della contestazione, nella lotta delle donne per sentire riconosciuto il proprio diritto ad avere un posto? 

Manuela Fraire. Dunque, cos’è cambiato? La struttura della famiglia, e i ruoli. La famiglia edipica, triangolare- madre, padre e bambino-, è al tramonto. Difficile è distinguere tra le generazioni. I genitori che oggi hanno tra i 35 e i 40 anni sono alle prese col fallimento della propria generazione intanto perché non sono sicuri di dare un futuro Continua a leggere

Il trattamento in gruppo di pazienti tossicomani, con oggetto mediatore: l’applicazione del Photolangage. Intervista a Claudine Vacheret

Domanda. Prof.ssa Vacheret, cosa ne pensa della cura di pazienti tossicomani?
Quale terapia risulta essere più appropriata, una terapia di gruppo o una individuale?

Claudine Vacheret. E’ evidente che con i tossicodipendenti una terapia di gruppo sia migliore poiché hanno enormi difficoltà con la mentalizzazione. Preferiscono “mettere in atto” piuttosto che “pensare”. Dal momento che non riescono a parlare dei propri sentimenti ed affetti è necessario per aiutarli, predisporre un setting con una mediazione. In questo modo parlano dell’oggetto e non di se stessi. Continua a leggere