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Presentazione: Polifonia del corpo in psicoanalisi

La cura reale di questa edizione è iniziata a un anno di distanza da quando era stata proposta alla redazione. Per un intero anno non vi era stata alcuna risposta dagli autori. Arrivò il Coronavirus. E arrivò una pioggia di contributi, si animò un entusiasmo diffuso: temi, stili, modelli, lessici originali e di valore si moltiplicarono con varie prospettive tematiche. Non sapevamo cosa avesse dato il via all’improvviso: a volte il motore va, ma non il motorino d’avviamento, a volte succede il contrario. Quella volta erano partiti bene entrambi dopo un tempo vuoto. A volte l’inconscio o comune o singolo, si situa nei posti più impensati e difficili da vedere, e si palesa con un movimento di emersione vitale. Continua a leggere

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Una premessa

Cosa ci rende umani: la “Mente” o il “Corpo”? (1)

Ho messo tra virgolette Mente e Corpo perché da diverso tempo non credo più all’esistenza di cose del genere, almeno nei termini in cui sono stati definiti nella tradizione di pensiero occidentale (cartesiana, per intenderci), cioè una mente indipendente dalla materia (res cogitans) e un corpo materia inerte (res extensa). Credo piuttosto all’esistenza di un organismo unitario (Spinoza, 1677; Lorenz, 1983; Crick, 1994, De Toffoli, 1991, 2001; Matthis, 2000) e che i termini “mentale” e “corporeo” si possano riferire a insiemi di osservazioni diverse, che dipendono dal vertice in cui si pone l’osservatore. Credo altresì che si possa mantenere (Solano, 2013, Cap.1-2) una distinzione tra sistemi simbolici (sentimenti distinti, processi cognitivi coscienti, rappresentazioni verbali o iconiche, funzionamento sequenziale, memoria esplicita/episodica) e sistemi non simbolici (emozioni primitive, processi cognitivi non consapevoli, funzionamento in parallelo, memoria implicita). La studiosa che più ha sviluppato questa distinzione è Wilma Bucci (1997, 2009), ma possiamo trovarla nella distinzione tra elementi alfa ed elementi beta (Bion), tra asimmetrico e simmetrico (Matte Blanco), nel concetto di informe di Winnicott (1971). Entrambi i tipi di sistemi presentano un aspetto “mentale” e “corporeo”, a seconda degli strumenti con cui vengono esaminati. Così il sistema simbolico verbale è anche i lobi frontali, così il sistema non simbolico è anche l’amigdala (non: “ha come base biologica l’amigdala”, come se fossero entità diverse). Ritenendo di essere più facilmente compreso, e per creare un raccordo con il pensiero precedente, continuerò anche ad usare i termini “Mente” e “Corpo” come sinonimi di Sistemi Simbolici e Sistema non Simbolico. Continua a leggere

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Lo psicoanalista e la lezione di yoga

Abstract

Questa dissertazione, centrata sul corso di Hatha yoga, sviluppa una riflessione a partire da tre domande iniziali, derivanti dalle letture e dalle pratiche dello yoga, l’esperienza del tappeto (da cui il titolo). Queste sono: l’attacco ricorrente dell’Ego, l’assenza del gruppo e l’assenza di sessualità, in una riflessione sull’insegnamento dello yoga. Durante questo viaggio è stata invitata la questione della

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Gruppo a mediazione corporea per adolescenti che soffrono di obesità. Contenimento terapeutico al momento della perdita di peso

Abstract

La riflessione è centrata sull’utilità di un approccio psicoanalitico corporeo di gruppo, come una delle modalità di presa in carico dell’obesità nel momento della fase adolescente. In effetti, il gruppo a mediazione terapeutica può essere un supporto di contenimento per le adolescenti che soffrono di obesità, al momento della “perdita di peso”, nel quale presentano una carenza di transizionalità, di contenitore psichico, che si traduce in un’immagine inconscia del corpo turbolenta. Attraverso questo articolo metteremo

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La coppia genitoriale e il gruppo di curanti nelle cure date al bambino : come specchi ipocondriaci

Abstract

Nella perinatalità e nella prima infanzia la coppia genitoriale e il gruppo dei curanti sono esposti, nelle cure date al bambino, a una ipocondria ordinaria. Prendersi cura di un neonato, di un soggetto che ancora non comunica verbalmente richiede un lavoro di interpretazione dei suoi diversi segnali, specie corporei. Il nostro lavoro clinico continuato al nido ci ha portato a proporre, quando sono

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L’acqua la insegna la sete. Alcune riflessioni sul Sé corporeo

Abstract

A partire da un verso di Emily Dickinson, il lavoro propone una riflessione sul Sé corporeo inteso come uno scambio continuo e bidirezionale tra corpo e mente, base del sentimento di autenticità e vitalità dell’essere. L’attenzione si concentra sulle manifest

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Evoluzione della teoria psicoanalitica dell’anoressia

Abstract

L’autrice svolge una breve rassegna teorica e bibliografica sulle varie prospettive psicoanalitiche che hanno cercato di mettere a fuoco molteplici aspetti dell’anoressia e introduce la sua ipotesi esplorando nuovi punti di conoscenza sul disturbo tramite la presentazione di un caso di anoressia precoce. L’articolo mette a fuoco le complesse vicissitudini intrapsichiche e relazionali del mondo anoressico, seguendo la traccia bioniana (1965) delle “trasformazioni in allucinosi”; si tratta di un “altro” mondo, meraviglioso e “superiore”, diverso da quello umano del corpo dato. Stringendo un patto con la divinità, l’anoressica produce un doppio movimento di rinnegamento, sia rispetto al seno e al corpo materno “inferi

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Bellezza Sincrona: fra “Oggetto Superiore” (mente) e “Oggetto Inferiore” (corpo). Estetica primaria e socialità

Abstract

Ci si propone di indicare come l’esperienza della Bellezza in molteplici circostanze sia da ricollegare all’esperienza dell’estetica primaria e ai suoi valori inconsci di durata, assolutezza, eternità, insostituibilità infinita.

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Da Soma a Psiche. Il viaggio dei Sapiens

Abstract per tutti i contributi

L’ipotesi psicoanalitica di Ferrari muove dall’idea che la psiche acquisisca dal corpo la spinta per la propria evoluzione. Da questa impostazione discende anche l’idea e che si possano creare equilibri disarmonici tra le componenti del sistema individuo, specialmente tra dimensione corporea e dimensione psichica tra loro in reciproca relazione e talvolta anche che un ritrovato equilibrio del corpo possa aiutare un percorso di recupero negli stati di sofferenza psichica. In questo quadro si colloca l’esperienza che Fausta Romano, sviluppa da tempo nella ricerca di pratiche che possano affiancare il percorso tra analista e analizzando. Dopo diversi tentativi, la pratica del Tai Chi Chuan, antica arte marziale cinese, in cui fond

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Il corpo tra metapsicologia e mentalizzazione. Linee di ricerca in psicoanalisi, dopo Freud

Abstract

Gli autori ricostruiscono la questione del corpo negli scritti freudiani, segnalandone i molteplici aspetti teorici e clinici, e mettendone in luce la complessità concettuale attraverso le varie fasi di evoluzione della scoperta psicoanalitica, dalle origini, con l’isteria, alle manifestazioni silenziose della pulsione morte: vertici estremi del percorso di ricerca freudiano che, sul corpo, ha indicato elementi di riflessione articolati e privi di una sistematizzazione univoca e conclusa. Nella molteplicità delle direttrici teoriche diramatesi dagli spunti freudiani, la prevalenza concettuale della prospettiva “economica”, con i concetti di rappresentazione, affetto e narcisismo, caratterizza il contributo francofono contemporaneo

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La relazione mente-corpo nello sviluppo del senso del Sé: riflessioni a partire dal pensiero di Daniel Stern

Abstract

Il contributo esplora il tema dello sviluppo del senso del Sé a partire dalle riflessioni teoriche e cliniche di Daniel Stern. Il focus è quindi posto sull’evoluzione del vissuto psichico come esperienza appresa nella relazione tra mente e corpo, sin dalla nascita, sostenuta dagli affetti vitali e dalla sintonizzazione che intercorre tra il bambino e il caregiver.

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Uno Psicologo di Base accanto al medico di medicina generale: l’esperienza della Scuola di Salute di Roma

Abstract

E’ noto come almeno il 50% delle richieste che le persone rivolgono ai medici di Medicina Generale, dietro la proposta di un sintomo somatico, esprimono disagi di tipo relazionale/esistenziale, spesso in fasi molto precoci, in cui l’intervento potrebbe essere breve ed agevole: non sempre però il medico è in grado di offrire una risposta, e quindi finisce per ricorrere all’effettuazione di analisi e alla somministrazione di farmaci di cui per primo riconosce la dubbia utilità. Una risposta mediante invio ad uno psicologo appare problematica data la difficoltà ad identificare sia i pazienti da inviare che modalità di invio opportune. L’accettazione di un invio da parte del paziente appare comunque poco probabile, nel momento che il contatto con uno psicologo è tuttora gravato da forte stigmatizzazione sociale. Continua a leggere

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“Il Sostegno oltre la distanza”: la nascita di un gruppo di lavoro e la sua funzione contenitrice. Nuovi setting nell’intervento psicologico in contesti di cura del Covid

Abstract

L’articolo presenta l’esperienza professionale ed emotiva del gruppo di lavoro di psicologhe impegnato nelle cure domiciliari e nella gestione dell’emergenza Covid 19.

L’impatto emotivo di eventi traumatici per il singolo e per la collettività necessita della strutturazione di un contenimento stratificato in più livelli. Continua a leggere

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Vissuti e fantasie fusionali nel gruppo analitico

Abstract
Il presente articolo vuole esplorare i livelli fusionali del gruppo analitico. Viene quindi riportata innanzitutto una definizione del concetto di fusionalità, tratta per lo più dal lavoro di Neri et al., (1990), per poi indagare i funzionamenti fusionali del gruppo psicoanalitico. Dato che queste concettualizzazioni sono ancora agli albori, è importante sottolineare che questo testo si pone come un iniziale spunto di riflessione che necessita sicuramente di un’articolazione più approfondita. Per questo motivo, l’autrice si concentra in buona parte sul materiale clinico emerso da un’analisi di gruppo, con la speranza di fornire suggestioni ed impressioni che possano costituire la base per un’evoluzione futura del concetto di fusionalità.

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La “Mente Ampliada” come corpo vivo del Gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare

Abstract

Tra i due riferimenti di Peter Brook (1968), con cui inizia e si conclude questa riflessione sul corpo del e nel gruppo, c’è quello spazio vuoto, creativo, indispensabile nel teatro come nel lavoro del Gruppo di Psicoanalisi Multifamiliare. Sullo sfondo, la funzione contenitiva del gruppo come del coro nella tragedia greca. La riflessione sarà articolata attorno alle interdipendenze patogene e patologiche alla base delle trame relazionali in diverse famiglie (di un DSM Continua a leggere

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“Quando mi drogavo stavo meglio”. Considerazioni sul corpo, dall’abuso alla comunità terapeutica

Abstract

L’articolo esplora l’anatomia della dimensione corporea della tossicodipendenza, considerando come questa si modifica di pari passo con le trasformazioni della relazione che l’individuo intrattiene con la sostanza di abuso e con il contesto. La parola anatomia, derivata dal greco ἀνατέμνω che significa tagliare, si avvicina a rappresentare l’intento del testo: sezionare la tossicodipendenza nel suo farsi carne. E’ questa un’esperienza fortemente orientata dalle sensazioni corporee che per la loro forza richiedono, o meglio, impongono, un’attenzione costante agli aspetti somatici. Accade questo nel corpo abusante, accade questo nel corpo astinente.

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La pelle urla quello che la mia voce non sa esprimere

Abstract

La pelle in quanto prima immagine di noi stessi, primo contatto con il mondo esterno e con nostra madre, è un organo privilegiato nella vita relazionale.

Essa rivela ciò che accade dentro di noi, giacché è un organo visibile che arrossisce, impallidisce, suda, gela ecc. Rappresenta l’organo del tatto, foriero di sensazioni di vitale importanza. La pelle, specchio della nostra anima e dei nostri sentimenti, è una sorta di guscio materno e protettivo. Continua a leggere

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Intervista a Maurizio Koch

a cura di Adelina Detcheva

Domanda: Allora, io sarei molto curiosa di avere alcune informazioni rispetto alla sua scelta di campo e del mestiere di medico e di gastroenterologo in particolare.

K: Dunque, la storia comincia così: ero affascinato dal nostro medico di famiglia che abitava a via del Governo Vecchio 67. Noi eravamo allora a via Zanardelli. Eravamo una famiglia con 9 figli, quindi questo amico dei miei genitori veniva regolarmente a trovarci. Oppure andavamo nel suo studio: lì c’era questo famoso lettino pediatrico, con il  parquet sottostante corroso dalla pipì dei bambini che visitava e durante la visita i bimbi ogni volta facevano la Continua a leggere

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Intervista a Marco Fierro

a cura di Adelina Detcheva

Domanda: La prima domanda riguarda l’osteopatia vista un po’ più da vicino. Di cosa si tratta?

Risposta: L’osteopatia è una tecnica prevalentemente manuale che cerca di ritrovare un equilibrio nella persona. Un equilibrio sia da un punto di vista meccanico ma anche fisiologico. Detto questo, va ad agire sia sui tessuti più ossei, articolari, muscolari ma anche su tessuti quali fasce, organi viscerali, oppure ancora in modo più profondo a livello della testa, del cranio e dell’osso sacro. Quindi ci sono delle tecniche che riguardano il sistema muscolo-scheletrico, delle tecniche che riguardano il sistema viscerale e delle tecniche che riguardano quello che noi chiamiamo il sistema Continua a leggere

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Il vertice spazio nel lavoro psicoanalitico, di Stefania Marinelli

Intervista con l’autrice del libro
a cura di Maurizio Salis

Domanda. Il nostro modo abituale di costruire e vivere i legami umani è stato travolto. Che conseguenze possiamo attenderci dalla situazione attuale sul piano della salute mentale e sul piano sociale?

Risposta. Intanto grazie di rivolgermi queste domande, che sembrano raccogliere sensazioni ricordi pensieri e sogni che si presentano per noi in questo periodo inaspettatamente e che fluiscono all’interno di noi forse una volta tanto con meno regole e controllo. Distinguerei due piani almeno, uno più immediato e uno soggiacente e inconscio. Credo Continua a leggere

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Flussi vitali tra Sé e Non-Sé. L’interpsichico

di S. Bolognini. Raffaello Cortina, Milano, 2019

 Recensione di Adelina Detcheva 

Partirei dalla pratica clinica. In Flussi vitali tra Sé e Non-Sé, Bolognini inserisce un particolare capitolo dedicato agli strumenti di un clinico; si tratta di strumenti tecnici minimi, “largamente utilizzati da molti psicoanalisti in modo naturale e pressoché istintivo nella loro pratica clinica quotidiana” (p. 77), solitamente non degni di attenzione sufficiente, “ingiustamente poco menzionati nella letteratura analitica” (idem). Dunque, il dialogo clinico naturale fa uso di: “…cioè?”, “…tipo?”, “…in che senso?”; di un “si” universalizzante (invece dell’uso del pronome personale); di “mmmh…”; di un “sei stato capace di…” rivolto al

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La vita psichica delle équipes, di Denis Mellier. Borla, Roma

La vie psychique des équipes. Dunod, Paris 2019.

Edizione italiana a cura di Stefania Marinelli

Recensione di Stefania Marinelli

Quando ebbi in mano per la prima volta il libro francese di Denis Mellier intitolato La vie psychique des équipes confusi per un momento la parola vie, vita, con voie, via. Mi sembrò per un momento che avrei curato l’edizione italiana di La via psichica delle équipes. Lo ricordo qui per rivivere l’emozione che si presentò poco dopo la scoperta: non era la via. Era la vita delle équipes! E dunque mi misi al lavoro con rispetto e curiosità maggiori. Il titolo era insolitamente non accademico, diretto e vivo e mi incuriosiva. In effetti nel seguito il testo mi ha accompagnata con molti valori inattesi. L’équipe è descritta da prospettive molteplici, teoriche e cliniche che racchiudono la complessità della dimensione di lavoro insieme individuale e gruppale, soggettiva e intersoggettiva, all’interno del contenitore istituzionale. La costruzione della capacità contenitiva dell’équipe attraverso il lavoro dell’Apparato Psichico d’Équipe Continua a leggere

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Vitalità e gioco in psicoanalisi

di G. Civitarese e A. Ferro. Raffaello Cortina: Milano, 2020.

Recensione di Adelina Detcheva

Secondo Freud (1929), «la sofferenza ci minaccia da tre parti: dal nostro corpo che, destinato a deperire e a disfarsi, non può eludere quei segnali di allarme che sono il dolore e l’angoscia; dal mondo esterno, che contro di noi può infierire con forze distruttive inesorabili e di potenza immane; infine dalle nostre relazioni con altri uomini. La sofferenza che trae origine dall’ultima fonte viene da noi avvertita come più dolorosa di ogni altra» (p. 568). L’evitamento del dolore diventa prioritario rispetto al procurarsi il piacere di vivere. Tanto è stato detto e scritto in psicoanalisi sullo statuto del dolore mentale. Molti possono sperimentarlo, ma non riuscire ad esperirlo, sostiene Continua a leggere

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Approccio biopsicosociale al dolore

Abstract

L’Autore tratta il tema del dolore soggettivo e lo correla con diversi fattori, investigati dal modello biopsicosociale secondo varie prospettive che interagiscono fra loro. Continua a leggere