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Le istituzioni nella scienza economica: il legame tra processi cognitivi e l’emergere di norme di comportamento

Abstract

La teoria economica ortodossa ha per lungo tempo sottovalutato il ruolo delle istituzioni nei sistemi economici e nei processi di cambiamento, focalizzando l’attenzione sugli stati di equilibrio e sui meccanismi che spontaneamente li determinano. Tali stati, una volta raggiunti, sono perturbabili solo attraverso interventi esterni (shock esogeni) e non, invece, per dinamiche che si sviluppano all’interno del sistema. Le istituzioni, in questo impianto teorico, sono funzionali per ottenere risultati efficienti ma non giocano alcun ruolo nel processo di cambiamento (North, 1990).

Per altro verso, l’approccio eterodosso all’economia, indirizzando la sua ricerca verso i processi attraverso cui emergono e si modificano le istituzioni, ha messo in luce la loro rilevanza nelle dinamiche sociali. Il fulcro dell’analisi istituzionale, quindi, cambia: non si parte dallo studio di istituzioni date e degli effetti che queste possono determinare sui sistemi economici, ma ci si concentra sull’individuo e sui processi cognitivi che lo caratterizzano, si indagano le dinamiche attraverso cui l’interazione fra agenti determina l’emergere delle istituzioni e su come queste ultime siano in grado, a loro volta, di evolvere e di innestare processi di cambiamento negli individui. Questo articolo si propone di introdurre il lettore a tale ambito di ricerca in cui i legami fra mente ed istituzioni diventano elemento essenziale nell’analisi del ruolo economico delle istituzioni stesse.

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