EscherIstituzioni

Guida alla lettura

Cosa vuol dire pensare le istituzioni? Ma soprattutto, quali sono le funzioni della pensabilità nel rapporto con l’istituzione? L’obiettivo di questo numero monografico è approfondire la riflessione su questi due interrogativi.
L’idea di fondo è che il funzionamento concreto delle istituzioni sia un fenomeno complesso perché si radica nell’umano: nei limiti che le persone hanno quando pensano, nelle emozioni che provano quando lavorano, nei bisogni che soddisfano quando immaginano.
L’istituzione è un insieme di regole, un luogo fisico, un generatore di simboli, ma soprattutto un punto di incontro: tra persone in carne ed ossa e tra le rappresentazioni mentali che queste persone vicendevolmente costruiscono. Al suo interno si mescolano desideri, sentimenti, stati d’animo che sono al tempo stesso individuali e condivisi. L’istituzione è dunque una struttura complessa e multi-dimensionale in cui il pensiero individuale e la logica del collettivo entrano in contatto, con le proprie caratteristiche e criticità.
L’esito di questo incontro non è predeterminato, né scontato. Nei vari contributi ci interroghiamo su come esso possa evolvere in una direzione creativa, offrendo contenimento agli aspetti parassitari e persecutori e valorizzando l’integrazione delle prospettive che si mescolano e talvolta si scontrano.
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Ouverture. Istituzioni e pensieri verso un’intersezione creativa

Abstract

Questo testo ripercorre i punti chiave del rapporto che intercorre tra mente e istituzioni, nella tradizione letteraria economico-sociologica ed in quella psicoanalitica di matrice bioniana.
In particolare, nel testo identifico la pensabilità come sfondo integratore di questo numero monotematico di Funzione Gamma e ne ipotizzo alcune possibili funzioni.

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Sulla soglia. L’invenzione delle istituzioni come snodo per il cambiamento

Abstract

Nel testo svilupperò una riflessione su tre interrogativi a mio avviso significativi per comprendere il nostro rapporto con le istituzioni e le sue potenzialità:
a) In cosa consiste la creatività nel legame con le istituzioni?
b) Come possiamo fare in modo che il mondo esterno, compresa la sua dimensione istituzionale, non risulti per noi anche estraneo?
c) Che ruolo possiamo avere nei processi di cambiamento istituzionale?
Suggerirò che Winnicott fornisce strumenti molto utili per affrontare i temi alla base di queste domande e collegarli tra loro. Mi soffermerò in particolare sul concetto di creatività primaria e sulla differenziazione tra me e non-me. Dapprima riprenderò l’idea, già avanzata da Winnicott, che tali concetti abbiano rilievo ben oltre l’infanzia in tutto l’arco di vita dell’individuo. Argomenterò poi che essi rivestono un ruolo specifico e ricco di implicazioni nel rapporto tra l’individuo e la realtà sociale di cui fa parte.

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