Abstract
Gli sviluppi recenti della ricerca psicoanalitica nei territori di frontiera hanno offerto evidenze sempre più convincenti delle strette relazioni tra mondo interno, gruppalità e società esterna. Su queste basi l’autore esplora gli attuali scenari di crisi del welfare e la parallela crisi di credibilità e di mercato della terapia psicoanalitica, e suggerisce che in futuro la psicoanalisi potrebbe spostare il proprio focus dal trattamento dell’individuo allo studio del gruppo e dell’istituzione, rifondandosi come “clinica dell’organizzazione” e migliorando l’efficienza, la consapevolezza e il benessere nei luoghi di lavoro. Perché ciò si realizzi occorre che sappia superare la diffidenza per il dialogo interdisciplinare con altri approcci, metodi e discipline, e il disagio nel confrontarsi con questioni estranee alla propria cultura, come il denaro, il potere e il lavoro.
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