GiocoLegame

La dimensione corporea nei gruppi di bambini

Abstract

Il lavoro si basa sui risultati di una ricerca clinica su gruppi aperti nell’arco di un quindicennio ai quali hanno partecipato bambini di differenti fasce di età. Nel gruppo con i bambini il linguaggio prevalente è quello primitivo del corpo, il cui alfabeto, rappresentato dalla sensorialità e dalla motricità, sollecita direttamente le emozioni: con i bambini è necessario ripartire da questo linguaggio arcaico delle azioni poiché il pensiero risulta invece assorbito dalle esplosioni motorie. La funzione alfa trasforma gli elementi beta in quelli che Bion chiama elementi alfa, vale a dire in quegli elementi psichici che hanno caratteristiche tali da poter essere utilizzati come pensieri. Il conduttore accoglie gli elementi beta, depurandoli degli aspetti angoscianti, e li restituisce ai bambini, fornendo loro in tal modo anche le basi della capacità di pensare. Il percorso trasformativo per i bambini si fonda anzitutto su questo passaggio dall’agire motorio alla capacità di descrivere ciò che si sente.  Si tratta quindi di prendere atto su come il narrativo nei gruppi di bambini si generi attraverso forme di contatto corporeo che spesso arrivano ai confini dell’agito. Di conseguenza la funzione del conduttore si deve fondare prevalentemente sulla capacità di trasformare il cinetico in scene. Continua a leggere

Adulto

L’adulto e le trasformazioni nel gruppo con bambini: dal caos al gioco

Abstract

Il lavoro tratta gli elementi specifici del lavoro clinico con i bambini in gruppo: alcuni di questi elementi sono l’incontro con il caos, con le emozioni primitive e con il coinvolgimento corporeo. Attraversare e trattare con il modello analitico questi elementi è alla genesi di ogni possibilità di strutturazione di un gioco condiviso che possa diventare gioco del gruppo. La presenza dell’adul Continua a leggere

Senso

Una casa per il drago

Abstract

Di Giovanni ha denominato ludemi (2005) le unità minimali del gioco e sono gli agglomerati di ludemi che danno vita al pensiero scenico, lavorando appunto attraverso il corpo in gioco.Anna Baruzzi, parlando dei gruppi per l’età evolutiva, descriveva il lavoro con le emozioni come il compito di “dare una casa al drago”.

Il lavoro terapeutico di gruppo con bambini piccoli non può prescindere dall’uso del gioco condiviso che include la messa in gioco a livello corporeo del terapeuta stesso. Il coinvolgimento corporeo diventa la prima casa in grado di accogliere il drago, ovvero le emozioni bollenti. Nel piccolo gruppo a funzione analitica si passa attraverso le forme del caos in cui tutto é indecifrabile, i giochi non sono compiuti, la stanza viene messa a soqquadro. Tutti i conduttori sono tuttavia concordi nell’affermare che si debba tollerare questo stato di caoticità pervasiva prima di arrivare ad un clima produttivo. La tolleranza del nonsenso rapprese Continua a leggere