GiocoLegame

Presentazione

Abstract

In questa presentazione racconto brevemente la storia di questo numero e i problemi che ha incontrato, per descrivere il difficile momento che sta attraversando la terapia ad approccio psicodinamico di gruppo con bambini nel nostro paese e in Europa, a causa di molteplici fattori legati alla crisi sociale e culturale che viviamo.

Continua a leggere

GiocoLegame

Introduzione

Abstract

In questa introduzione, dopo una breve esposizione dei vantaggi e ambiti applicativi della psicoterapia di gruppo come metodo d’intervento in età evolutiva, vengono sintetizzati brevemente tutti gli articoli che compongono il volume. In questo modo viene data una visione d’insieme del contenuto, seguendo un filo conduttore che lega i diversi aspetti della terapia di gruppo con bambini e adolescenti approfonditi da ogni autore. Continua a leggere

GiocoLegame

I processi di identificazione nell’organizzazione gruppale

Abstract

La cornice gruppale crea un primo momento di angoscia identitaria, caratterizzata da uno stato di indifferenziazione nei membri del gruppo e la proiezione degli elementi scissi sia libidinali che agressivi.
Il gruppo si constituisce come oggetto reale che può essere investito e rappresentato dai suoi membri in quanto contenitore-ancora per le loro angoscie primitive.
I processi di identificazione, con il gruppo e con i suoi membri, possono istituirsi e fare evolvere l’individuazione psichica.

Continua a leggere

GiocoLegame

Psicoterapia di gruppo per bambini: gruppi aperti tra cambiamento e continuità

Abstract

Partendo dall’esperienza di gruppi terapeutici di bambini e di preadolescenti condotti col dispositivo di gruppi aperti, sono presi in considerazione con l’aiuto di materiale clinico i momenti di cambiamento nella composizione del gruppo per nuovi ingressi o uscite.
Sono evidenziate le differenze tra gruppi di bambini e gruppi di preadolescenti, in particolare per quanto riguarda la posizione del terapeuta. Continua a leggere

GiocoLegame

La dimensione corporea nei gruppi di bambini

Abstract

Il lavoro si basa sui risultati di una ricerca clinica su gruppi aperti nell’arco di un quindicennio ai quali hanno partecipato bambini di differenti fasce di età. Nel gruppo con i bambini il linguaggio prevalente è quello primitivo del corpo, il cui alfabeto, rappresentato dalla sensorialità e dalla motricità, sollecita direttamente le emozioni: con i bambini è necessario ripartire da questo linguaggio arcaico delle azioni poiché il pensiero risulta invece assorbito dalle esplosioni motorie. La funzione alfa trasforma gli elementi beta in quelli che Bion chiama elementi alfa, vale a dire in quegli elementi psichici che hanno caratteristiche tali da poter essere utilizzati come pensieri. Il conduttore accoglie gli elementi beta, depurandoli degli aspetti angoscianti, e li restituisce ai bambini, fornendo loro in tal modo anche le basi della capacità di pensare. Il percorso trasformativo per i bambini si fonda anzitutto su questo passaggio dall’agire motorio alla capacità di descrivere ciò che si sente.  Si tratta quindi di prendere atto su come il narrativo nei gruppi di bambini si generi attraverso forme di contatto corporeo che spesso arrivano ai confini dell’agito. Di conseguenza la funzione del conduttore si deve fondare prevalentemente sulla capacità di trasformare il cinetico in scene. Continua a leggere

GiocoLegame

Dallo spazio fisico allo spazio psichico: lo squalo e il viaggio del gruppo

Abstract

La discussione verte sulla costruzione di uno spazio psichico che nasce dall’uso reale della stanza come setting mentale del terapeuta. L’articolo descrive un aspetto fondamentale, comune al setting delle psicoterapie infantili (di gruppo come individuali): l’importanza dello spazio fisico della stanza percorso dai movimenti del bambino. Tale spazio può essere trasformato in un “luogo” immaginario, dove i piccoli pazienti possono sperimentare paure e angosce profonde. Il controtransfert del terapeuta che si muove nella stanza e interagisce con i bambini trasforma la rabbia e la distruttività in rappresentazioni come il vulcano, la lava per divenire “emozioni in movimento” (agite, nominate, raccontate, comunque vissute). Si pongono le basi per costituire uno spazio mentale verso la simbolizzazione. Continua a leggere

GiocoLegame

La mente in gioco e i legami di gruppo. Quando il gioco può curare e i legami diventano creativi

Abstract

Attraverso il materiale clinico, tratto da gruppi terapeutici tenuti in un servizio ASL per l’età evolutiva di Roma, si segue lo snodarsi del pensiero gruppale, dove il gioco individuale incontra, scontra e intreccia quello collettivo, aprendo la mente ad una creatività multiforme.
I bambini che partecipano ai gruppi presentano quasi sempre una fragilità dell’io, che li rende particolarmente ansiosi e difesi di fronte agli altri, alle difficoltà ed agli imprevisti, con scarsa regolazione degli impulsi, poca presa sulla realtà. Il piccolo gruppo offre loro un luogo dove poter ri-modellare i comportamenti, le relazioni con gli altri e con le cose, in una cornice dove si lavora sull’immaginario, l’emozione e l’incontro, alla ricerca di nuovi modi per gestire l’esperienza. Il gioco della mente, individuale e collettivo, aiuta a svincolarsi dalle coazioni e dai circoli viziosi delle paure, permette di immaginare nuove strategie e trame narrative, interpretando parti o ruoli diversi. Continua a leggere

GiocoLegame

Una psicoterapia di gruppo in una scuola per ragazze in età di latenza

Abstract

Questo articolo descrive il TOPS (Tavistock Outreach Project in Primary Schools Progetto Tavistock di Intervento  nelle Scuole Primarie), un’esperienza di conduzione di un gruppo di psicoterapia per  ragazze in età di latenza. Il gruppo era composto da cinque ragazze al loro ultimo anno di scuola primaria, i cui insegnanti ritenevano che avrebbero potuto beneficiare di un sostegno per le loro difficoltà relazionali. Il gruppo si è svolto nella scuola per circa due semestri in sessioni settimanali, ed è stato condotto da uno Psicoterapeuta Infantile e un Assistente Terapeuta. L’approccio psicodinamico di gruppo di Susan Reid (1993) ha sostenuto l’approccio terapeutico utilizzato nel gruppo.
Apre l’articolo una descrizione del TOPS – una prestazione terapeutica nella scuola, seguita da una breve descrizione del contesto scolastico, gli aspetti razionali per il lavoro di gruppo e i criteri di selezione. Lo sviluppo del gruppo nel corso del tempo e i potenti processi che vi hanno avuto luogo sono messi in evidenza attraverso i temi emergenti discussi: il cadere in pezzi e tornare uniti, la scatola di terapia come innesco per il caos collegata alla storia mitologica del “vaso di Pandora”, le relazioni del gruppo con i Conduttori del gruppo, le preoccupazioni relative ai cambiamenti e conclusioni per l’imminente passaggio  delle ragazze alla scuola secondaria e il movimento del gruppo da un Gruppo in Assunto di base a un Gruppo di Lavoro (Bion, 1959).
Di conseguenza, nel tempo, si può osservare un lento cambiamento nello stato d’animo del gruppo stesso; da coalizione contro ed escludente un membro o i Conduttori del gruppo, a diventare gradualmente più riflessivo, integrato e più in grado di accogliere ciò che il gruppo e i Conduttori del gruppo avevano da offrire – ma nel contesto di diversi ritorni ad una mentalità da banda lungo questo percorso.
L’articolo si conclude con qualche riflessione sui risultati del lavoro e la loro discussione. Nonostante la relativamente breve vita del gruppo – 12 sessioni, risultati soddisfacenti sono stati segnalati dai docenti, dai genitori e dai membri del gruppo che hanno visto un miglioramento nel loro rapporto. Continua a leggere

GiocoLegame

Il Sé e gli Altri. Dal gioco di gruppo alla regolazione affettiva

Abstract

 In questo lavoro si approfondisce un aspetto a mio avviso di grande pregio della terapia di gruppo, ovvero la possibilità di fruire della presenza di più bambini contemporaneamente, che rende più semplice e immediato il manifestarsi di dinamiche relazionali disfunzionali che si accompagnano ai disturbi emotivi. Lo spazio gruppale si presta particolarmente favorevole alla riproduzione di situazioni interattive abituali del mondo quotidiano del bambino, che tramite la diretta osservazione e identificazione con i coetanei o con l’ausilio dell’ “interpretazione correttiva nel corso dell’azione disfunzionale” ad opera del terapeuta, può rimodellare i propri schemi di relazione. Si centra l’interesse su un duplice livello. Da un lato lo sviluppo delle abilità di socializzazione (empatia, comprensione, ascolto e confronto con gli altri), dall’altro su un versante più prettamente intrapsichico, sull’interiorizzazione di una maggiore funzione riflessiva come acquisizione dell’Io. La ripetizione di “esperienze di relazione correttive” favorisce infatti un migliore processo di riconoscimento, gestione e regolazione degli affetti, che sostiene la strutturazione di rappresentazioni interne positive del Sé stabili, arginando in ultima istanza il rischio psicopatologico nel lungo periodo Continua a leggere

GiocoLegame

La co-costruzione dello spazio immaginario nel gruppo di bambini attraverso la narrazione di storie e sogni

Abstract

Questo contributo mette in rilievo l’uso dell’oggetto mediatore (Privat P. e Quelin-Soulignoux D. 2000) in quanto narrazione di storie e sogni che si animano all’interno del gruppo creando uno spazio potenziale in cui i bambini possano ri-scoprire la dialettica relazione tra realtà ed immaginazione attraverso l’esperienza diretta di ciò che Winnicott D.W. (1958) definisce  “me” e “non-me”.
L’autrice descrive attraverso alcune vignette cliniche il passaggio dal caos al gioco condiviso mostrando come una volta entrati nel gruppo ogni bambino contribuisce alla co-costruzione di un linguaggio di significati grazie al quale poter narrare le proprie emozioni, paure e “brutti sogni”.
La psicoterapia di gruppo ad orientamento psicodinamico risulta sostenere uno spazio creativo e simbolico nel quale i bambini possano condividere una narrazione comune e dare significato alla propria esperienza soggettiva. Continua a leggere

GiocoLegame

Gruppo e gioco. Lo psicodramma analitico di bambini

Abstract

L’autore illustra il percorso terapeutico che un bambino e la sua famiglia possono compiere dalla richiesta iniziale di aiuto alla partecipazione al gruppo di psicodramma e all’offerta congiunta di consulenza per i genitori. La psicoterapia infantile si distingue per il fatto che a portare la domanda d’intervento siano gli adulti per il bambino e non il bambino stesso. Da qui l’importanza del lavoro preliminare, atto a districare la richiesta dei genitori e la domanda del bambino. L’ingresso nel gruppo è una delle possibilità in cui il minore accede all’esperienza, condivisa con altri coetanei, di ritrovare la radice sintomatica del suo discorso, nel rapporto come soggetto con l’Altro familiare. Il sintomo del bambino rappresenta in nuce una risposta al desiderio di questo Altro. Gioco e gruppo vi assumono quindi una dinamica particolare nello svolgersi delle sedute. I riferimenti a Freud e a Lacan, accompagnati dall’esposizione di due vignette cliniche, mettono in luce le questioni che si dipanano per ciascun partecipante attorno alla costruzione del romanzo familiare dell’inventore della psicoanalisi e alla rilettura dello psicoanalista francese con il mito individuale del nevrotico. Attraverso le categorie strutturali di Immaginario, Simbolico e Reale viene analizzato il discorso del bambino nel suo rapporto con la sessuazione, che riprende le Teorie Sessuali Infantili (TSI) di freudiana memoria. Continua a leggere