Senso

Presentazione del numero “Sensorialità, Corporeità, Sessualità nel Gruppo”

Condivisa in tutti gli scritti di questo numero di Funzione Gamma è una visione olistica del rapporto psiche e soma  laddove anche la sensorialità, come sostiene Corbella nel suo lavoro viene “ intesa sia come proprium del vivente sia come umana esperienza soggettiva dell’operare dei nostri sensi,  si collega al corpo e alla mente e fornisce la base della sessualità, del piacere e del dolore, e dunque del nostro essere nel mondo”.
L’edizione è aperta dal contributo di Friedman sul sogno nel gruppo, in quanto momento di integrazione riuscita fra psiche e soma, dove l’individuo è presente nella sua interezza: questa edizione vuole ricordare che quando i sogni nascono dagli aspetti preconsci costruttivi aprono a nuove prospettive e anche a nuovi percorsi sinaptici.
In particolare nel suo armonico e articolato scritto Note su sensorialità, corporeità, sessualità nel gruppo  Paola Russo sottolinea come gli esseri umani interroghino il mondo attraverso i sensi e come il setting di gruppo sia attento appunto anche alla comunicazione non verbale perché Continua a leggere

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Raccontare i sogni come richiesta di contenimento: tre usi del sogno in terapia di gruppo

Abstract

I sogni possono essere concettualizzati e lavorati proficuamente in gruppo come uno spazio intersoggettivo nel gruppo in cui sia il sognatore sia l’intero gruppo (compreso il conduttore) aiutano a lavorare attraverso le emozioni (Ogden, 1996).
Il dreamtelling introduce un unico potenziale fertilizzando la matrice associativa del gruppo e gettando un ponte tra le relazioni individuali e di gruppo. Un sogno è raccontato in un gruppo con diverse motivazioni inconsce parallele. Il gruppo dovrebbe “sognare il sogno” attraverso la sua risonanza coll Continua a leggere

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Note su sensorialità, corporeità, sessualità nel gruppo

Abstract

I temi della sensorialità, del corpo e della sessualità all’interno del processo gruppale vengono introdotti a partire dall’unità soma/psiche già presente nel pensiero di C.G. Jung. Viene illustrato, anche con esempi tratti dall’esperienza dell’autrice con i gruppi terapeutici, il ruolo dei sensi e della comunicazione non verbale nel processo gruppale. Il corpo viene indagato a partire dal tema della bellezza per declinarsi n Continua a leggere

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Notazioni sul significato dell’abbigliamento nel gruppo

 Abstract

In questo articolo abbiamo voluto dimostrare che l’attenzione e il processo analitici non hanno limiti di ambito e di escursione di piani e dimensioni diverse: tali dimensioni possono presentarsi simultaneamente e riferirsi a differenti semiotiche e per questo motivo l’enucleazione degli elementi sociali e concreti del setting di cura è complessa e faticosa. Searles parlava del volto dell’analista in seduta che è in realtà il volto del paziente (1986) e indicava le occasioni nelle quali anche quando le parole non sono state efficaci o possibili, si p Continua a leggere

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Il gruppo: specchio privilegiato per la persona

Abstract

Dopo una sintetica rivisitazione del rapporto psiche-soma nel mondo occidentale, si analizza il rapporto fra Amore ed Eros nella relazione fra uomo e donna, fino a trattare il momento procreativo. Si evidenzia come l’attesa di un figlio, la gravidanza, il parto, abbiano nel momento storico attuale delle conseguenze complesse con ricadute problematiche per il rapporto di coppia diverse da quelle delle generazioni precedenti. Particolare attenzione, grazie agli esempi clinici, viene data alla procreazione medicalmente assistita e alla ricaduta negativa che questa esperienza spesso provoca nella coppia genitoriale. Si auspica la costituzione di gruppi omogenei, rispetto al tema della procreazione assistita, in modo da rendere condivisibili,  parlabili e affrontabili i microtraumi che Continua a leggere

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Esperienze cliniche «Gravidanza preziosa»: Il vissuto corporeo ed emotivo delle donne in gravidanza attraverso un’analisi qualitativa dei disegni

Abstract

In questo lavoro viene presentata un’esperienza di lavoro con i disegni rispetto al vissuto corporeo ed emotivo in gravidanza prodotti dalle gestanti che frequentano i Corsi di Preparazione alla Nascita presso un Consultorio Familiare di Roma. A partire da uno screening di oltre 200 disegni prodotti nell’arco di due anni, è stato effettuato un confronto qualitativo tra i disegni delle gestanti che presentano, all’anamnesi, una gravidanza istauratasi all’interno di un percorso privo di particolari problematiche e i disegni delle gestanti Continua a leggere

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Una casa per il drago

Abstract

Di Giovanni ha denominato ludemi (2005) le unità minimali del gioco e sono gli agglomerati di ludemi che danno vita al pensiero scenico, lavorando appunto attraverso il corpo in gioco.Anna Baruzzi, parlando dei gruppi per l’età evolutiva, descriveva il lavoro con le emozioni come il compito di “dare una casa al drago”.

Il lavoro terapeutico di gruppo con bambini piccoli non può prescindere dall’uso del gioco condiviso che include la messa in gioco a livello corporeo del terapeuta stesso. Il coinvolgimento corporeo diventa la prima casa in grado di accogliere il drago, ovvero le emozioni bollenti. Nel piccolo gruppo a funzione analitica si passa attraverso le forme del caos in cui tutto é indecifrabile, i giochi non sono compiuti, la stanza viene messa a soqquadro. Tutti i conduttori sono tuttavia concordi nell’affermare che si debba tollerare questo stato di caoticità pervasiva prima di arrivare ad un clima produttivo. La tolleranza del nonsenso rapprese Continua a leggere

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Il corpo crea la testa: sensazioni, invenzioni e trasformazioni affettive in gruppi di bambini

Abstract

Il corpo, con il suo patrimonio di sensorialità, mimica e gestualità, è al centro della scena nei gruppi di bambini, fulcro dell’azione, dell’immaginazione, dell’invenzione, dello scambio. Attorno a questo stimolo e catalizzatore comune si attiva un percorso, sia individuale che collettivo, di continua creazione e ridefinizione dei rapporti tra corpo, mente e mondo esterno.

Perché la psiche possa arrivare ad essere realmente creativa e non si limiti ad adattarsi alla realtà, il bambino deve sperimentare attraverso il corpo l’intreccio del sensoriale con l’immaginario, della forma e del simbolo, giocando ruoli fantastici, che gli permettono di incorporare le qualità degli ogg Continua a leggere

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Mente adolescente e neuroscienze

Abstract

Stiamo assistendo negli ultimi anni ad un grande sviluppo sia nella ricerca neurofisiologica che neuropsicologica, nel continuo tentativo, da parte di alcuni neuroscienziati, di spiegare e integrare come scoperte scientifiche possano essere utili nel confermare le basi fondanti della teoria psicoanalitica.

Le neuroscienze stanno attualmente delineando le strutture e le funzioni dei sistemi cerebrali che processano le informazioni della relazione con il caregiver, che mediano l’attac Continua a leggere

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Corpo e immagini del corpo in un gruppo di adolescenti in ambito educativo

Abstract

L’Autrice si propone di mostrare come la corporeità adolescenziale si manifesta all’interno di gruppi di discussione tenuti in ambito scolastico.
Nello specifico si tratta di gruppi formati solo da ragazze, in cui l’intensità delle relazioni tra pari e la peculiarità della fase evolutiva delle partecipanti al gruppo attivano sentimenti transferali e controtransferali complessi ed articolati. L’accento viene posto proprio sulle potenzialità trasform Continua a leggere

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Il corpo in gruppo. Tra assenza e presenza

Abstract

Lavorare con l’adolescenza, e in special modo nei disturbi del comportamento alimentare, pone in forte rilievo molteplici apparenti contraddizioni. In questo lavoro ci focalizziamo sul corpo, considerato e vissuto insieme come impaccio e ostacolo all’espressione del vero sé, ma anche, contraddittoriamente, come ciò che continua a fornire la misura, letteralmente, di sé.

Il corpo preso di mira dall’anoressica, viene zittito nelle sue richieste e bisogni fondamentali, viene ridotto all’osso e rigidamente disciplinato. Ma zittire il corpo significa far tacere anche le emozioni che nel corpo si esprimono. E’ nell’ottica di un assunto di base anoressico che trova senso l’ap Continua a leggere

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Il salotto degli inquieti. L’esperienza dell’UNITRE di Vico Equense

Abstract

Da circa sette anni è condotto dallo stesso psicoterapeuta un gruppo aperto, a cadenza mensile, della durata di un’ora, composto da anziani. Questa iniziativa fa parte del programma locale dell’UNITRE, associazione nazionale con sede in molte città italiane.
Nato come gruppo di discussione su temi preordinati, ha nel corso degli anni assunto piuttosto le caratteristiche di un gruppo interattivo, ovvero centrato prevalentemente sugli aspetti comunicativi e di interazione che si sviluppano tra i membri del gruppo. Queste caratteristiche, assieme al numero dei partecipanti (che varia da un minimo di 15 ad un massimo di 30 unità), e alla costanza della partecipazione nel t Continua a leggere

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La concretizzazione dell’esperienza. Il rapporto mente-corpo e i possibili processi trasformativi nella terapia gruppale

Abstract

L’articolo propone alcune riflessioni relative a quelle particolari patologie in cui il corpo viene pensato come “oggetto psichico per eccellenza”, anzi il solo oggetto psichico luogo di riconoscimento dell’unità del soggetto. Si tratta di pazienti che non riescono, per diverse ragioni, a mentalizzare e trasformare l’esperienza percettiva e sensoriale in significato affettivo, incapsulandola in una corporeità. L’emoz Continua a leggere

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La corporeità nella comunicazione psicotica in una esperienza istituzionale di psicoterapia psicoanalitica di gruppo

Abstract

Il lavoro propone un contributo clinico sulla corporeità nella comunicazione psicotica in una esperienza istituzionale di psicoterapia psicoanalitica di gruppo presso una Comunità Residenziale Terapeutica di un dipartimento di salute mentale.
Etimologicamente comunicare significa mettere in comune, legare, stabilire un rapporto.
Pertanto il corpo nel gruppo struttura un forte potere di comunicazione, è luogo e teatro del conflitto della psicopatologia in cui risiedono emozioni non pensabili Continua a leggere

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“Ma il gruppo c’è?” Spunti di riflessione su un’esperienza analitica di gruppo con pazienti “complessi”

Abstract

Nel paziente psicotico l’eccessiva rigidità degli affetti (narcisismo) e l’assenza di un pensiero ‘come se’ (capacità di simbolizzazione), rendono arduo per l’analista costruire un’alleanza terapeutica e un rapporto di transfert.
Nelle fasi iniziali del gruppo la sensorialità e la corporeità presenti nel campo gruppale potrebbero giocare una funzione significativa per avviare il processo terapeutico. Infatti, se l’analista si accosta nel gruppo e attraverso il gruppo, alla sofferenza psicotica considerando non come ostacoli le dimensioni della corporeità e della sensorialità messe in campo dal paziente ma come disponibilità presenti in quel momento (nell’hic et nunc dell’incontro), egli ha la possibilità di accedere a un livello di comunicazio Continua a leggere

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Empatia e intersoggettività nella psicoterapia di gruppo. Condivisione del dolore e neuroni specchio

Abstract

L’ipotesi principale dell’autore è che l’intersoggettività sia alla base della formazione e del mantenimento del piccolo gruppo, che è anche il luogo ove i disturbi dell’intersoggettività possono meglio manifestarsi ed essere affrontati. Viene privilegiata una concezione prelogica e automatica di intersoggettività in continuità con la teoria dei neuroni specchio che meglio si presta a descrivere i fenomeni di condivisione del dolore nel piccolo gruppo. L’autore quindi cerca di valutare la congruenza delle attuali concezioni neurofisiologiche con la teoria del campo di derivazione bioniana. Al posto del concetto di gruppo come un tutto viene proposta una visione spaziale multidimensionale sincrona sul modello di Matte Blanco che va al di là dell’antinom Continua a leggere

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Corpi in gioco. Corporeità e sensorialità nell’esperienza con i gruppi di formazione

Abstract

In questo articolo vorremmo esplorare la dimensione sensoriale e corporea presente nel processo gruppale e attivata nella formazione. Con questo nostro contributo proponiamo le riflessioni nate all’interno delle sessioni di attivazione psico-corporea da noi condotte nell’ambito di un progetto formativo più ampio, articolato in più momenti gruppali. In particolare, la nostra attenzione è stata attivata dall’osservazione di come, nel setting gruppale, la comunicazione non avvenga solo attraverso la parola e l’ascolto ma che la percezione di elementi non-verbali possa sopraggiungere in modo potente: la vista e l’olfatto, ad esempio, poss Continua a leggere