PicassoSaltimbanchi

Gruppo esperienziale e sogno

Abstract

Il gruppo esperienziale ha una durata stabilita, un inizio e una fine conosciuti dai partecipanti. Uno scopo, non terapeutico, ma esplicitamente e programmaticamente “esperienziale”. Un conduttore, cioè una persona che, avendo maturato una competenza relativa alle manifestazioni – gli “effetti” – dell’inconscio, sia in grado di percepire quanto avviene nel gruppo e non solo di fornire “interpretazioni”, ma soprattutto di accompagnare e facilitare i processi di comunicazione e di pensiero, suggerendo immagini che favoriscano la capacità di auto-rappresentazione del gruppo stesso. Il gruppo esperienziale è dunque collocato in una cornice istituzionale che ne traccia i confini nello spazio e nel tempo e ne determina la finalità: la conoscenza tramite l’esperienza di come si muove la mente in un gruppo che si è posto il compito di osservare ciò che accade al suo interno. È implicita in questo metodo, come gli category cercheranno di chiarire in seguito, l’idea che l'”esperienza” sia una costruzione e l’esito di un processo elaborativo che implica elementi di intersoggettività e di comunicabilità. A poco a poco i sogni cominciano a comparire nelle comunicazioni che avvengono nel corso delle sedute. Niente come il sogno ci mette concretamente di fronte all’esistenza di processi psichici che si muovono in modo completamente autonomo rispetto alla nostra volontà cosciente. Non a caso Freud chiamò i sogni la “via regia” per l’inconscio: non soltanto i loro contenuti ci parlano della parte inconscia della mente in modo più diretto di altri processi, ma la loro stessa incontrollabilità ci palesa l’esistenza in noi di istanze che si muovono autonomamente e plasmano, secondo le loro inclinazioni, il corso dei nostri pensieri. Nessuno può sognare quello che vuole, neanche in un gruppo.

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