Articoli

EscherAdolescenti

Il virtuale psichico e le sue insidie: hikikomori e relazione d’oggetto virtuale

Abstract

Il cervello costruisce costantemente delle rappresentazioni virtuali che permettono di attuare simulazioni mentali e la possibilità di anticipare le azioni. Queste rappresentazioni differiscono dai mondi immaginari perché si articolano costantemente con le informazioni provenienti dagli organi di senso per consentire poi l’adattamento al reale. Questa connessione può essere interrotta in due modi. Il primo è tagliar via ogni legame tra le rappresentazioni anticipatorie e il rimando che proviene dall’esperienza. Il soggetto vive allora come sospeso, senza progetto e senza futuro. Questo è il fenomeno Hikikomori, che è indipendente dall’uso di uno schermo digitale. Il secondo è quello di ignorare totalmente le informazioni che derivano dagli organi di senso pensando che il mondo con cui si entra in contatto si presenti così come è anticipato mentalmente. Il soggetto, allora, accetta l’altro solo nella misura in cui l’altro coincide con le proprie aspettative. Non si tratta più soltanto di una relazione con un oggetto virtuale psichico (o Rov), che le informazioni fornite attraverso i sensi tendono a ridefinire costantemente. La propria relazione con l’altro diviene virtuale. È questo

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EscherAdolescenti

Il gruppo di adolescenti: dalle immagini all’immaginario, dal virtuale al cinema

Abstract

Le autrici propongono una riflessione sul gruppo di adolescenti facendo ricorso al linguaggio del cinema. Si parte dal rapporto che il cinema intrattiene con la rappresentazione in modo diverso dai contesti virtuali consentendo, analogamente al sogno, una funzione di legame e trasformazione. Si mostrano attraverso le immagini del cinema alcune differenti funzioni che il gruppo può assumere in adolescenza, in alcuni casi rinforzando dinamiche patologiche

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EdipoGruppo

Dissoluzione dei confini e crisi identitarie in adolescenza nell’epoca della rete: un approccio duale/gruppale

Abstract

L’autore, dopo aver individuato le modificazioni psico-socio-strutturali conseguenti alla pervasività del virtuale, propone una lettura della costruzione identitaria adolescente a partire dai rischi provenienti dalla dissoluzione dei confini tipici dell’era digitale. A partire da alcune situazioni cliniche duali e gruppali viene sottolineata la necessità di una rivisitazione del setting psicoterapeutico per raggiungere gli adolescenti “iperconnessi” e potenzialmente “senza

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