Articoli

L’imperfezione dell’identità, riflessioni tra psicoanalisi e antropologia

di Alfredo Lombardozzi
Edizioni Alpes 2015

In questo volume è possibile trovare riflessioni e approfondimenti in equilibrio su una linea di confine che congiunge, non separa, psicoanalisi e antropologia. Arricchendo l’una con l’altra, Lombardozzi istilla proprio questa possibilità; che il tema in questione, l’identità (così attuale!), nell’imperfezione trovi una qualità in transito, piuttosto  che un limite. Un bagaglio leggero e trasformativo in luogo di un blocco monolitico, “puro”. Una figura dialogante con le alterità e la complessità,  invece che un arroccamento di posizioni tra opposti in conflitto, abbiano essi a che fare con l’accezione individuale/sociale, culturale o politica, dell’imperfezione di cui si sta parlando. Continua a leggere

EscherIstituzioni

Forme delle istituzioni. processi distruttivi e creativi

Abstract

Il contributo affronta diversi aspetti della vita delle istituzioni. Vengono messi in luce, attraverso un’analisi che si articola sia sul piano antropologico che psicoanalitico, aspetti contrastanti ma compresenti. Partendo dall’analisi del recente film The lobster, che descrive una condizione istituzionale rappresentante un’angosciante forma di distopia che favorisce vissuti individuali e gruppali di tipo conformistico e distruttivo, si propone un confronto con quelle forme istituzionali che, al contrario, si configurano in relazioni solidali e creative. Il lavoro propone una riflessione sulla relazione tra i contesti emozionali specifici nelle istituzioni di tipo psichiatrico, gli assetti costruttivi e distruttivi dei comportamenti rituali che ritroviamo in vari tipi di culture e le dimensioni psicodinamiche del gruppo.

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Figure del dialogo. Figure del fraintendimento

‘Figure del dialogo’ si intitola il bel libro di Alfredo Lombardozzi dedicato ai possibili spazi di incontro e di confronto tra antropologia e psicoanalisi, terreno sul quale l’autore è impegnato da anni sia su un piano teorico che su un piano di possibile ‘applicazione’ e contaminazione pratica, possedendo tra l’altro una doppia competenza sia psicoanalitica che antropologica.

La storia dei rapporti tra antropologia e psicoanalisi è infatti costellata da grandi e reciproche curiosità e ‘fascinazioni’, e da altrettanto grandi incomprensioni e fraintendimenti: basti pensare alla suggestiva immagine di Marc Augè che le vede perennemente impegnate a ‘ scambiarsi i bigliettini da visita senza riuscire ad unire i loro destini’ e alle parole dell’antropologa Giordana Charuty che sottolinea i continui ‘appuntamenti mancati’ tra le due discipline. Un dialogo dunque che si intuisce potenzialmente fecondo e ritenuto da alcuni autori addirittura indispensabile soprattutto nell’era della cosiddetta globalizzazione, mache, nondimeno, appare irto di difficoltà e continuamente esposto al rischiodel fraintendimento.

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PicassoSaltimbanchi

Le culture del sogno: una prospettiva antropologica

Abstract

Il sogno nelle società antiche e tradizionali in modalità diverse a seconda dei contesti storici e culturali si manifesta nelle istituzioni culturali (rituali magico-terapeutici, rituali di iniziazione, cerimonie sciamaniche, ricorso a sentenze oracolari), che possono essere considerate come i luoghi sociali in cui il sogna approda ad un senso e che fondano la struttura e l’identità dei diversi gruppi (Douglas, 1990). Continua a leggere

ChagalFiaba

Arcaici canti per custodire e trasmettere il mistero della nascita, dell’amore, del tempo.

Abstract

La tradizione orale tramanda dai tempi più remoti materiali linguistico-comunicativi di cui l’adulto si avvale per la relazione di accudimento in “nursery”: questi materiali pluri-semantici (costituiti da suoni, ritmi, gesti, parole..) risultano strutturati in sequenze che accompagnano la nascita e l’evolversi della mente del bambino dalla relazione simbiotica alla percezione della dualità ed infine dell’ambiente sociale. Continua a leggere

Migrazioni

Gruppo e Migrazioni. Presentazione.

Abstract

Nell’introduzione vengono individuati alcuni temi centrali relativi all’ottica di analisi dei processi di immigrazione e di scambio culturale secondo parametri psicoanalitici, o più in generale psicologici, ed antropologici. Viene, inoltre, ricercata una chiave di lettura sufficientemente ampia, proponendo punti di connessione e di divergenza tra i diversi saggi presenti nel numero, mettendo a fuoco, nel modo più circostanziato possibile, il tema di fondo del numero.

Questo numero di Funzione Gamma raccoglie alcuni contributi che, da diverse prospettive, intendono affrontare il tema ampio, complesso e poliedrico della relazione di incontro-scontro con la diversità culturale. Questa si configura oggi principalmente nella dinamica della relazione tra l’immigrato ed il paese ospitante, soprattutto data l’accentuazione dei flussi di immigrazione-emigrazione dovuti ai processi attuali di globalizzazione. Il tema generale è ben trattato nel saggio di Lorenzo d’Orsi

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Migrazioni

Vite parallele e narrazioni intrecciate. Percorsi identitari fra storia di vita, genealogia e processi storici

Abstract

Nel presente articolo l’autore si interroga su come testualizzare la storia di vita di un artista senegalese di famiglia griot (Badara Seck) che attualmente risiede a Roma, senza forzare i materiali all’interno di una diversa concezione dell’esser persona. In un primo momento, sono esplorati i nessi tra concezione del sé, genealogia e storia, che emergono dalle parole di Badara e che sono diffusi presso alcuni parlanti wolof. In un secondo momento, accostando la storia di vita alla narrazione genealogica, è costruita un’organizzazione dei materiali adatta a riflettere sui modi in cui determinati processi storici- i cambiamenti occorsi nella forma di vita griot dal periodo appena precedente alla colonizzazione siano a oggi e la migrazione dal Senegal- e retoriche condivise- i modi di presentazione pubblica del sé e di narrazione della storia diffusi presso alcuni wolof- sono diffranti una volta osservati attraverso un racconto di vita. Infine è presentata una riflessione di taglio epistemologico sulla storia di vita come metafora del processo conoscitivo in antropologia (e non solo), inteso come un movimento a spirale tra immaginazione letteraria e rigore scientifico.    Continua a leggere

Candomblé: Un glossario minimo

Alapini: sacerdote supremo del culto di Egengun

Axé: energia sacra, forza vitale che è presente sia negli uomini, sia negli animali, sia nei vegetali.

Babalaò:sacerdote di Ifà, l’orixa della divinazione.

Babalorixà: lo stesso che pãe de santo e cioè leader della comunità religiosa.

Barracão: la stanza dedicata ai riti pubblici.

Bùzio: conchiglie usate per la divinazione.

Caboclo: divinità che rappresenta uno spirito indigeno, rappresentata nel candomblé de caboclo, in quello angolose, nell’umbanda.

Candomblé: religione afro-brasiliana. Letteralmente danza di negro o anche strumento musicale.

Ebo: offerta o sacrificio animale fatto alle divinità.

Figlia/o di santo: sono tutti coloro che hanno compiuto il rito dell’iniziazione.

Ifà: il dio yoruba del destino.

Ialorixà: è la leader della comunità del candomblé e la maggior depositaria di axé. In Brasile si dice più comunemente mãe de santo.

Nago: antica tribù della Nigeria

Olorun: è la divinità suprema creatrice.

Roça: è l’equivalente della parola terreiro. Un luogo all’aperto circondato dagli alberi.

Roda: la ruota formata dalle sacerdotesse che danzano.

Sapucaì: è il nome semplificato del famoso sambodromo “Merquès de Sapucaì”, costruito a Rio de Janeiro nel 1984. Ideato dall’ architetto Oscar Niemeyer, può ospitare fino a 88.500 persone.

Terreiro: l’insieme delle case e degli spazi che formano la casa di candomblé.

Xiré: (Oba Xiré) è il saluto che si rivolge a Obà, Orixà del fiume Niger e terza moglie di Xangô. Obà è una divinità forte, energetica, guerriera, molte volte citata anche come cacciatrice. Sorella di Oya (Iansã).

Pierre Fatumbi Verger & Gilberto Gil: “L’Ultimo Incontro”

Inciso da “Conspiração Filmes” in Salvador, 9 febbraio 1996.
Trascrizione completa, divisa in sei parti.

G – Allora maestro, come stai? E come va la casa?
V – Così, così.
G – Tutta la fondazione è stata mandata qui?
V – Non lo so, ci sono libri qui giù. Ho tante cose incise, ma non ho gli strumenti per ascoltarle. (ridendo)
G – Le tue incisioni dell’Africa?
V – Ci sono cose che ho fatto in Africa.
G – Quando eri in Ibadam?
V – Si. Sono stato lì per circa 15 anni.
G – Sei stato all’università quando eri ad Ibadam
V – Quando ero in Ibadam sono stato ad Oschogbo ed all’Università di Ifer.
G – Non è a Oschogbo dove scorre il fiume Oxum?
V – Sì. Hanno anche una celebrazione Oxum il 5 agosto. G – Ma ci deve essere anche qualche rapporto con Xango. Che cos’e’? Continua a leggere