Unitas Multiplex La funzione terapeutica del rito nella psicoanalisi di gruppo e nelle culture tradizionali:convergenze e diversità

Abstract

L’ autore si ispira alla metafora dell’ Unitax Multiplex per affrontare un lavoro sui gruppi dal punto di vista psicoanalitico e antropologico per via della molteplicità delle prospettive nel tentativo, allo stesso tempo, di individuare parametri di unitarietà. Verrà approfondita la funzione terapeutica nei gruppi con una particolare attenzione agli aspetti mitico-rituali, tenendo conto che i fattori contingenti dell’incontro che realizza un piccolo gruppo a funzione analitica hanno elementi di similarità, ma anche di differenza da quelli specifici di un gruppo sociale che mette in atto il suo rito. L’ autore  approfondisce  il tema classico del tarantismo riprendendo il noto studio di Ernesto de Martino, facendolo dialogare con un’esperienza di un gruppo a funzione analitica di bambini. Un aspetto comune  riguarda la ritualità musicale, che del rito terapeutico pugliese è parte strutturante, mentre nel gruppo di bambini sembra costituire un elemento di fluidità passionale, che si apre a diverse configurazioni gruppali; inoltre, tenta  un’altra comparazione tra un rituale africano studiato da Victor Turner tra i Ndembu e un’esperienza di un gruppo terapeutico di pazienti adulti. Nell’ ultima parte l’ autore fa una riflessione sul ‘gruppo degli dei’. Con questa definizione credo ci si possa riferire, secondo Lombardozzi, alla possibilità di legare il termine ‘gruppo’ con la dimensione plurale del sostantivo ‘dei’, che sta, infatti, a rappresentare un pantheon di divinità. Sia nei rituali tradizionali di possessione e di trance, che nelle esperienze di psicoanalisi di gruppo il ‘soggetto gruppo’ costituisce il suo orizzonte simbolico, mettendo in atto processi di riconoscimento e di appartenenza dando spazio ad una molteplicità di identificazioni e raffigurazioni.

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